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       Antonio Piatti 
        è nato a Viggiù il 12 giugno 1875 e vi è morto il 
         
        29 agosto del 1962 (quest'anno ricorre dunque il quarantesimo  
        della sua morte). 
        A 12 anni entrò nella bottega paterna per lavorarvi il marmo (il 
        padre, Domenico, era infatti un notevole scultore ed un abile disegnatore). 
        Passò poi, ancora giovanissimo, nello studio dello scultore torinese 
        Leonardo Bistolfi. 
        A 17 anni, essendosi trasferito a Cuneo a seguito del padre che aveva 
        aperto un laboratorio in quella città, si iscrive alla scuola di 
        disegno dell'Istituto tecnico locale. 
        A 19 anni entra nell'Accademmia di Belle Arti di Brera a Milano e vi studia 
        sotto la guida di Cesare Tallone. 
        Nel 1903 vince il premio Fumagalli all'esposizione Triennale di Brera 
         
        e nel 1904 il Pensionato Oggioni con borsa di studio per soggiorni  
        a Parigi e Roma. 
        Da questo punto inizia la serie di esposizioni e riconoscimenti in  
        Italia e all'estero, che lo imporranno come uno dei maggiori ingegni  
        del suo tempo. 
        Artista attivo e fecondo, trattò con uguale bravura il paesaggio, 
         
        la figura, la natura morta ed il soggetto sacro.
       A capolavori 
        di pittura volle ogni tanto affiancare qualche prodotto  
        della sua primitiva passione per la scultura, così che egli può 
        essere giustamente considerato, oltre che pittore, scultore emerito. 
      Ha esposto 
        alle biennali di Venezia, alle esposizioni sociali di Brera,  
        alle Biennali di Roma,personali a Milano, a Palazzo Pitti a Firenze,  
        a Cuneo, Varese, Viggiù ed ora anche ad Arzo 
          
       
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